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XVI DOMENICA del T.O. – L’invito di Gesù a stare con lui è pieno di tenerezza, di sollecitudine per i discepoli, ma anche per Gesù è una necessità.
(Nel brano di Geremia – I LETTURA –) i falsi pastori ritengono – magari in nome di Dio – di avere il diritto di dispensare le coscienze dalla loro autonomia, dalla loro responsabilità, e si assumono il diritto di dare disposizioni e ordini in nome di Dio, senza premurarsi che le loro parole passino attraverso l’accoglimento libero delle coscienze. Ora, i falsi pastori, non sono quelli che portano scritta la falsità sulla fronte; anzi, spesso sono quelli più ammirati. Ma sono falsi pastori perché utilizzano il gregge secondo obiettivi che non hanno niente a che fare con la liberazione delle coscienze. .. Continua a leggere
XV DOMENICA DEL T.O. – L’annunzio non è la costruzione di una dottrina raffinata ma vivere con lo stile di Gesù.
Nella PRIMA LETTURA un interrogativo: “ come possiamo conoscere che annunciamo la Parola di Dio e non annunciamo noi stessi o delle nostre opinioni?” . Amos ha dimostrato l’autenticità della sua vocazione profetica collocandola entro due termini, quello iniziale della chiamata e uno futuro, posto da Dio ma non sempre rivelato alla nostra coscienza. Continua a leggere
XIV DOMENICA del T.O – Il Signore valorizza quel che gli uomini disprezzano.
La liturgia della parola di questa domenica ci invita ad accostarci … con stupore e meraviglia “imprepensabile” che è Gesù Cristo. Esiste l’oggettivo rischio di un’esistenza cristiana “distratta”, che confonde il nuovo con il “già posseduto” e privo, perciò, di qualsivoglia possibilità di fascino. Tale patologia investe i protagonisti delle letture di questa domenica ma può riguardare ciascuno di noi. Nessuno può ritenersi immune, almeno in caso, dal malanno dell’abitudine alle cose belle e vere» (Ignoto). Nella PRIMA LETTURA il profeta deve parlare a un popolo che non lo vuole ascoltare: l’insuccesso è il criterio di riconoscimento della sua missione.
Questa non si basa su segni straordinari, ma sulla trasmissione della parola che il Signore gli pone sulle labbra. Ma questa è rifiutata. Continua a leggere
XIII DOMENICA DEL T.O. (B) – È l’amore che vince la morte; perché se l’amore non vince la morte, non possiamo dire che Dio è amore…
Nella PRIMA LETTURA il Signore non ci sta parlando delle cose come le vediamo noi, ma di come si vedono attraverso la Pasqua, che dà a tutto un nome nuovo, un nome di speranza. ( G. Nicolini )
Certo, l’evento della morte è un dato biologico che appartiene alla natura umana, ma al principio non fu così; Dio ha creato il mondo per iniziare una storia d’amore eterno con l’uomo, da Lui voluto immortale; se dunque “la morte è entrata nel mondo” (Sap 2,24), ciò è accaduto per la disobbedienza dell’uomo al quale oltre la vita era stata data la libertà, la responsabilità e la luce della coscienza per discernere il bene e il male. Continua a leggere