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Attualità

Apertura nuovo anno pastorale 2015-2016

V Manzella rCari fratelli e sorelle,
queste parole di Gesù – siate misericordiosi come il Padre – ci accompagneranno durante tutto l’Anno Santo. Prima di essere parole esigenti esse sono Vangelo, bella notizia per noi e per le nostre famiglie e comunità.
La misericordia di Dio è dono da accogliere e da vivere. La misericordia di Dio è Gesù stesso, il buon Pastore che ha compassione di noi e ci viene incontro: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita (Mt 11, 28-29).
Accogliendo l’invito di Papa Francesco, dedicheremo l’anno pastorale che ci apprestiamo a cominciare al tema della misericordia. Un tema particolarmente significativo nel tempo che stiamo vivendo caratterizzato da tante incomprensioni e divisioni, che in alcune situazioni si trasformano in gesti di violenza e in strutture di ingiustizia. Scrive Papa Francesco: «Ci sono momenti nei quali, in modo ancora più forte, siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. É per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti» (MV n. 3).
I1 nuovo anno pastorale 2015-2016 lo avvieremo venerdì 02 ottobre p. v. alle ore 17:00, presso la Parrocchia S. Agata in Montemaggiore Belsito.
Sarò lieto di presentarvi le Indicazioni Pastorali e il Calendario diocesano per l’anno pastorale, Anno Santo della Misericordia, elaborato con l’ausilio dei Direttori e Responsabili degli Uffici pastorali della Diocesi.
A tutti chiedo di prendere nota di questo appuntamento specialmente ai parroci che per quel pomeriggio sospenderanno le S. Messe nelle Parrocchie -, ai sacerdoti, ai diaconi, alle consacrate e ai consacrati, alle consorelle e ai confrati, ai membri dei Consigli Pastorali e della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali.
Chiedo, inoltre, ai parroci di far conoscere la data dell’avvio dell’anno pastorale nei momenti più opportuni a tutti i loro fedeli, affinché non manchi né la partecipazione attiva soprattutto degli operatori pastorali né l’accompagnamento con la preghiera preziosa dei malati.
A tutti giunga in anticipo l’augurio di un anno pastorale fruttuoso in vista di quel compito primario al quale Papa Francesco ci richiama: la testimonianza della gioia del Vangelo da parte di cristiani che ogni giorno di più si fanno discepoli-missionari del Risorto e annunciano la Misericordia di Dio.
A Maria Santissima, Madonna di Gibilmanna, Patrona della nostra Diocesi, affido il buon esito di ogni iniziativa.
Per tutti e per ciascuno imploro la benedizione del Signore, sicuro della vostra costante preghiera anche per me.
Con affetto in Cristo.
Cefalù, 8 settembre 2015
Nella Festa della Natività di Maria
firma manz

Comunicato Stampa del Vicariato della Diocesi di Cefalù

Pro Logo Vic mCOMUNICATO

Festa Maria SS. Addolorata al molo e più in generale Feste religiose.

       Premessa.

1 – La Conferenza Episcopale Siciliana nel 1968 prima e nel 1972 poi, ha inviato un documento alle Chiese di Sicilia sulle Feste cristiane, stabilendo anche norme pratiche sui comitati di dette Feste. Già il Concilio Plenario Siculo nel 1954 aveva promulgato Decreti precisi Sulle Sacre Processioni (308 – 316). Inoltre, la Costituzione sulla Sacra Liturgia del Vaticano II è molto ricca di luce riguardo alle Feste cristiane, particolarmente ai nn. 102, 103, 104, 111.
2 – Nel Codice di Diritto canonico è sottolineata la potestà piena, ordinaria, immediata del Vescovo, Vicario di Cristo nella Chiesa particolare a lui affidata (cf. LG 27) riguardo al governo pastorale della Diocesi (cf. cann. 381 e 391). Come pure per il Parroco è detto che egli è pastore proprio della Parrocchia, sotto l’autorità del Vescovo, per compiere al servizio della Comunità, partecipando al ministero di Cristo, le funzioni di insegnare, santificare, e governare, anche con la collaborazione o l’apporto di altri Sacerdoti o Diaconi e dei Fedeli laici (cf. can. 519).
3 – Una Festa religiosa nella Parrocchia deve avere la guida del Parroco per assicurare in modo adeguato l’evangelizzazione, la catechesi, la preghiera, la celebrazione liturgica, i pii esercizi di pietà popolare, cercando, se è il caso, di purificare la Festa religiosa da forme che non rispettano i contenuti fondamentali ed essenziali della vita cristiana ed ecclesiale.
Pertanto i comitati delle Feste religiose hanno la presidenza del Parroco e sono formati da persone che hanno senso cristiano ed ecclesiale. Rimane ferma l’autorità, la responsabilità, la guida del Parroco, e insieme a lui eventualmente dei Rettori di Chiesa, nella conduzione della Festa religiosa nell’ambito della Comunità parrocchiale.
Nel merito.

  1. Ciò premesso, i Parroci della Città di Cefalù:
  • tenuto conto delle norme di cui sopra e in particolare l’art. 8 sulla Disciplina delle Feste religiose (DFR) della Conferenza Episcopale Siciliana (19 giugno 1968) e l’art. 3, cap. IV delle Feste cristiane (FC) della medesima Conferenza (Pasqua 1972), dove si stabilisce che e vietato introdurre nuove processioni e nuove feste esterne;
  • ravvisata ad oggi l’invalidità dell’attuale Comitato pro festeggiamenti Maria SS. Addolorata al molo, non approvato dall’Autorità ecclesiastica competente (art. 1 DFR; art. 1, IV FC);

concordano che per il giorno della Memoria Liturgica Beata Maria Vergine Addolorata (15 settembre) si celebri la S. Messa presso il molo, ottenuta la necessaria autorizzazione delle Autorità competenti, e non si prosegua con alcuna Processione;
precisano, che in obbedienza alle norme canoniche circa la presidenza delle Processioni, quali atto di culto (art. 5 DFR; can. 530, n. 6), nessun’altra Autorità ancorché pubblica o occasionale prenderà l’iniziativa di guidare alcun corteo con 1’Immagine sacra;
si impegnano a divulgare e far conoscere meglio le leggi canoniche per disciplinare le Feste religiose cittadine nelle quali è previsto il coinvolgimento delle Comunità parrocchiali di Cefalù.
Auspicio.

  1. Anche se l’intervento sopra citato ha il tono proibitivo, si tiene a precisare che nessuno è contrario alle pubbliche manifestazioni di fede, alle processioni e ai momenti aggregativi della festa, ma ugualmente si sottolinea che non si accettano da parte di nessuno imposizioni, intimidazioni e minacce nell’esercizio del ministero pastorale. Inoltre, non si accetta di essere messi di fronte a decisioni prese da altri che non hanno nessuna giurisdizione in merito; eventuali manifesti, programmi, che non portino la firma dei Parroci sono da ritenersi nulli. A nessuno serve, tanto meno alla Vergine Addolorata, che la vera devozione sia intorpidita da sentimenti estranei al culto che possono alimentare divisioni e tensioni contrarie alla preghiera di Gesù al Padre: “che siano una cosa sola” (Gv 17, 20-26).

Notifica.

  1. Il presente comunicato è notificato presso le Parrocchie, nel sito ufficiale della Diocesi di Cefalù e a mezzo stampa alla Comunità cristiana di Cefalù, alle Autorità civili e militari e a quanti per forma e ruolo sono interessati.

Nella vigilia della festa di Maria SS. di Gibilmanna,
05.09.2015                                                                            I Parroci della Cita di Cefalù

don Cosimo Leone, don Liborio Asciutto, p. Aurelio Biundo, p. Pasquale Pagliuso,

don Domenico Messina, don Giuseppe Licciardi, don Pietro Piraino

parroci m

Lettera del Santo Padre Francesco con la quale si concede l'indulgenza in occasione del giubileo straordinario della misericordia

Papa francesco al confessionale ritPapa Francesco si rivolge, con una lettera,a Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, incaricato di preparare le iniziative giubilari.
Di seguito il testo nel quale oltre a richiedere un’amnistia, il Pontefice concede a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono.
“La vicinanza del Giubileo straordinario della Misericordia  mi permette di focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio.
È mio desiderio, infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace.
Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso.
Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione.
Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza.
È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.
Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine.
Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà.
Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto.
A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.
Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità.
L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine.
Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale.
Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono. I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza.
Un’ultima considerazione è rivolta a quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X. Questo Anno giubilare della Misericordia non esclude nessuno. Da diverse parti, alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità. Nel frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati.
Confidando nell’intercessione della Madre della Misericordia, affido alla sua protezione la preparazione di questo Giubileo Straordinario.
Dal Vaticano, 1 settembre 2015 “
Francesco

I concili nei secoli
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I° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



I° CONCILIO DI EFESO



I° CONCILIO DI CALCEDONIA



II° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



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II° CONCILIO DI NICEA



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LETTERA A DIOGNETO


I° CONCILIO LATERANENSE



II° CONCILIO LATERANENSE



II° CONCILIO LATERANENSE



IV° CONCILIO LATERANENSE



I° CONCILIO DI LIONE



II° CONCILIO DI LIONE



CONCILIO DI VIENNA



CONCILIO DI COSTANZA



CONCILIO DI BASILEA



V CONCILIO LATERANENSE


CONCILIO DI TRENTO



CONCILIO VATICANO I°

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