Attualità
Papa Francesco in Calabria – Considerazioni di Enzo Bianchi.
( Da ” La Repubblica” del 08 Luglio 2014 )
Le parole hanno il peso che ciascuno è disposto a dare loro.
È questo il dato che accomuna i due eventi suscitati dalle parole di scomunica pronunciate da papa Francesco in Calabria contro i mafiosi.
Da un lato un gruppo di detenuti per reati di mafia sospende la propria partecipazione alla messa nella cappella del carcere, dall’altra una processione con la statua della Madonna si ferma per onorare un boss agli arresti domiciliari.
La prima evidenza che emerge è che Papa Francesco assapora ancora una volta il fraintendimento delle sue parole e delle sue intenzioni. L’abbiamo già scritto più volte: non può essere diversamente perché, se hanno potuto pervertire le parole di Gesù, come potranno non farlo anche con quelle del successore di Pietro?
In verità, anche se il Codice di diritto canonico non la prevede esplicitamente, l’episcopato siciliano ha ricordato la pena della scomunica ai mafiosi già nel 1944, l’ha reiterata nel 1955 e ancora nel 1982. Resta tuttavia vero che papa Francesco nella Calabria infestata dalla n’drangheta e dalla mafia ha gridato in modo esplicito nella piana di Sibari: “i mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati!”. Ha cioè ribadito con vigore una verità semplice e reale per chi si professa cristiano e aderisce al vangelo di Gesù Cristo.
Non ha firmato uno specifico decreto di scomunica per i mafiosi, ma ha minacciato con linguaggio profetico quanti appartengono alla mafia, un’associazione criminale che uccide nemici e innocenti, fino a organizzare stragi: una denuncia della loro situazione notoria e ostinata nel perseverare nel delitto e un avvertimento sull’inevitabile conseguenza di essere separati da Dio e fuori dalla comunione ecclesiale. Papa Francesco non si sostituisce al giudizio definitivo di Dio su ogni singola persona, ma ricorda che ciascuno sarà giudicato in base al proprio operato: non è Gesù Cristo che condanna, ma ognuno si condanna da se stesso e il giudizio ricade su ogni azione e ogni pensiero già oggi.
Il magistrato calabrese Nicola Gratteri aveva lanciato un allarme circa le possibili reazioni della n’drangheta anche nei confronti del papa, e Francesco le conosce bene, ma non per questo può venir meno al compito apostolico di “insistere al momento opportuno e inopportuno, di ammonire, rimproverare” (2 Timoteo 4,1-2). Papa Francesco e con lui la chiesa non può tacere perché ne verrebbe il pervertimento della fede e dell’appartenenza alla chiesa. Non si può beatificare chi ha lottato contro la mafia e poi restare silenti, non vedere, lasciare spazio a collusioni indegne del vangelo. Allora, com’è possibile che una processione, se è espressione di “pietà popolare” cristiana, diventi uno strumento di culto idolatrico e si lasci pervertire in una prosternazione davanti a chi si è macchiato di sangue?
La dura reazione di condanna del vescovo di Oppido Mamertina e di altri vescovi calabresi è segno che dalla strada stracciata con forza dal papa non si ha intenzione di recedere. L’interpretazione prevalente dell’altro gesto di reazione alle parole di papa Francesco – l’astensione dalla messa da parte di alcuni detenuti a Larino – fornita da quanti, dentro e fuori la chiesa, meglio conoscono il mondo criminale mafioso è quella della sfida lanciata al monito del papa, del messaggio in codice inviato all’esterno per riaffermare la propria appartenenza alle cosche. In questo caso quindi le parole del papa non sarebbero state fraintese, anzi, sarebbero state accolte come un attacco da respingere, cui contrapporre una rinnovata dichiarazione di fedeltà al patto mafioso.
Sarebbe comunque importante poter conoscere anche il contenuto del confronto avvenuto tra il cappellano e i detenuti, e tra questi ultimi e il vescovo che si è poi recato di persona in carcere a celebrare la messa. Certo non possiamo escludere che qualcuno dei detenuti abbia davvero colto nelle parole del papa il pressante invito a cambiare vita, ma purtroppo tutto lascia pensare che il monito di papa Francesco non sia stato preso per quello che è in verità: un richiamo all’autentica qualità di cristiano e alla coerenza tra fede professata e atti compiuti, un appello evangelico alla conversione, un annuncio della misericordia del Signore verso chi si pente.
Resta l’impressione che gli interventi di papa Francesco paiano eccessivi anche a molti che pubblicamente fingono di apprezzarli: in un’Italia in cui l’illegalità trova sempre giustificazioni, in cui le dichiarazioni forti si fanno solo per dare autorevolezza a promesse false e a menzogne, in un’Italia in cui “tutto si aggiusta”, le parole del papa possono essere considerate poco meditate o pronunciate a caldo. Ma la loro franchezza resta come monito etico anche per la società civile, e le reazioni che hanno suscitato lo confermano.
Pellegrinaggio a Noto del Movimento Pro Sanctitate
Il Movimento Pro Sanctitate celebra nella sua città natale il suo Fondatore, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, Vescovo, a cento anni dalla nascita avvenuta il 25 giugno 1914.
Si ritroveranno a Noto in pellegrinaggio il 21 e 22 giugno, membri del Movimento provenienti da varie zone dell’Italia, dal Belgio, dalla Lettonia, da Malta e dall’ Olanda, dall’ India e dagli Stati Uniti.
La sera di sabato 21 giugno sulla scalinata della Cattedrale di Noto, verrà celebrata la ricorrenza con uno spettacolo che ripercorre il messaggio del Movimento e del suo fondatore – la universale chiamata alla santità – in forme artistiche diverse:
poesia, musica e danza celebreranno prima di tutto la gioia dell’essere amati come figli da un Padre indulgente che ci chiama a corrispondere il suo amore.
La serata, cui sarà presente anche il Sindaco di Noto Corrado Bonfanti, è una tappa delle celebrazioni: il Movimento infatti dedica tutte due le giornate di sabato e domenica alla città natale di Giaquinta, cui già è intitolata una strada della città. Prima dello spettacolo, in Cattedrale, si ripercorrerà la vita del Fondatore con testimonianze, filmati, musiche, e immagini. E domenica, sempre in cattedrale, Santa Messa solenne celebrata da Monsignor Salvatore Di Cristina, Vescovo emerito di Monreale, assistente ecclesiastico del
Movimento Pro Sanctitate della nazione italiana. Dopo la Messa, un percorso fino alla casa natale del Servo di Dio: camminare per rendere visibile la fede, per testimoniare gratitudine, per coinvolgere la città nella memoria di un suo concittadino che ha lasciato tanti segni di ricchezza interiore e ardore apostolico e sociale.
“Bisogna che ci abituiamo ad amare il nostro tempo sconvolto, povero, disastrato, tragico, ma è il tempo in cui il Signore ci ha messo, ha messo soprattutto voi, come testimoni. È un tempo che va compreso, non giudicato, va amato”. (G.Giaquinta, La Testimonianza).
www.movimentoprosanctitate.org
www.aggancio.it
www.100anniguglielmogiaquinta.org
Campo diocesano per giovani e giovanissimi.
Carissimi, l’estate è ormai alle porte! Il periodo estivo è per eccellenza il tempo del riposo, ma anche il tempo favorevole per incontrarsi e poter godere della bellezza e della ricchezza dell’ “altro”.
Al termine dell’anno della testimonianza, riconosciamo che ogni incontro è momento privilegiato per la missione, ma anche occasione propizia per accrescere la nostra fede e per sperimentare la bellezza di “credere insieme”.
Proprio per questo, anche quest’anno abbiamo pensato di riproporre l’esperienza del campo scuola diocesano.
Chi negli anni ne ha fatto esperienza, sa che il campo è un’occasione di crescita personale e una volta concluso lo porta nel cuore come una memoria preziosa.
Il campo scuola rappresenta, un’esperienza forte nel cammino di formazione, è un momento prezioso in cui, uscendo dalla routine della quotidianità, si ha possibilità di mettersi in ascolto, di pregare, di condividere, di fraternizzare e creare nuove relazioni umane e cristiane nella gioia che il Signore ci dona nello stare insieme. Inoltre è un’occasione imperdibile da cui poter attingere le energie necessarie per vivere pienamente il prossimo anno associativo.
Per questo crediamo in questa esperienza e desideriamo proporla a tutti i giovanissimi dai 15 ai 18 anni e ai giovani dai 19 ai 30 anni, certi che possa essere il modo migliore per (ri)partire.
Il campo scuola diocesano “PIEDI PER …” si terrà nei giorni 1,2,3 AGOSTO, presso la “Domus Agathae” di CATANIA.
Essendo chiamati a condividere con tutti, la gioia che ci viene dalla nostra fede e dalla nostra appartenenza all’Azione Cattolica, vogliamo estendere l’invito non solo ai tesserati ma anche ai simpatizzanti, e a tutti i quei giovani che pensiate possano essere interessati a vivere questa esperienza.
Il costo del campo è di 60 euro , comprensivo del trasporto in pullman, che partirà da Cefaliu -‐ Tremonzelli.
Per coloro che non sono tesserati si richiede il costo aggiuntivo di 3,50 euro per l’assicurazione.
Per motivi logistici, il pranzo del 1 agosto è al sacco.
Per poter organizzarci al meglio, vi chiediamo di farci pervenire entro il 2 luglio, le vostre adesioni tramite via e.mail o telefonica e 20 euro di anticipo per ogni aderente.
Per maggiori informazioni circa le note tecniche ed organizzative potete contattare i l’assistente e i responsabili diocesani:
- Don Calogero Cerami: 333-‐3407807; doncalogero.cerami@acicefalu.it
- Gero Bertolino: 328-‐1086847; gero.bertolino@acicefalu.it
- Alessandra Mitra: 329-‐7221358; alessandra.mitra@acicefalu.it
Nell’attesa di vivere insieme quest’esperienza e nella speranza di essere numerosi, vi mandiamo un caloroso abbraccio!
L’equipe diocesana giovani
NB: la quota di anticipo di 20 euro potrà essere versata direttamente nel conto corrente diocesano tramite bonifico intestato a Azione Cattolica Italiana Diocesi di Cefaliu, presso
Poste Italiane SPA IBAN: IT68 F076 0104 6000 0001 2692 901
oppure tramite conto corrente postale n. 12692901 intestato a Azione Cattolica Italiana Diocesi di Cefalù, piazza Duomo 12 -‐ Cefalù.
In entrambi i casi specificare la causale “Campo Diocesano Giovani 2014 parrocchia di _______ ” , dovrà essere inviata una copia del versamento effettuato all’indirizzo giovani@acicefalu.it.
In alternativa la quota potrà essere consegnata a uno dei due responsabili.
Nuovo assetto delle cariche associative dell'Azione Cattolica Diocesana
Il cammino sinodale dell’ultimo anno del triennio porta l’azione cattolica al rinnovo di tutte le cariche dal livello parrocchiale a quello nazionale.
Nella nostra diocesi l’assemblea elettiva si è svolta a Cefalù, hotel le sabbie d’oro, il 23 febbraio 2014 e dalla terna eletta S.E. Mons. vescovo ha scelto il nuovo presidente diocesano nella persona di Giuseppe La Tona della comunità parrocchiale di Bompietro.
Contestualmente si sono dimessi gli assistenti per raggiunti limiti di mandato, mons. Casamento, don Giuseppe Murè e don Calogero Cerami.
Proprio ieri, 15 marzo 2014, il primo consiglio diocesano del nuovo triennio durante il quale sono state elette le altre cariche associative diocesane:
Giuseppe Bianca, responsabile del settore adulti,
Calogero Bertolino e Alessandra Mitra, responsabili del settore giovani,
Giuseppe Salvaggio e Sofia D’Arrigo, responsabili dell’articolazione Acr,
Il Vescovo ha poi presentato i nuovi assistenti diocesani:
don Francesco Lo Bianco, unitario e adulti,
don Giuseppe Amato, Acr.
Ha confermato nel suo servizio di assistente giovani don Calogero Cerami.
Segretaria diocesana Alessandra Forestiere;
incaricato web Gioacchino Conoscenti.
Ora questi, ed altri delegati, parteciperanno all’assemblea elettiva regionale che si svolgerà proprio a Cefalù e di nuovo all’hotel le sabbie d’oro il prossimo 29 e 30 marzo.