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SOLENNITA’ MARIA SS. DI GIBILMANNA- Omelia del nostro Vescovo Vincenzo
Ogni anno la prima domenica di Settembre ci vede riuniti qui sul monte per rendere omaggio a Maria SS.di Gibilmanna e a Lei raccomandarci come patrona della nostra diletta Diocesi di Cefalù. Siamo grati alla famiglia francescana per la consueta amabile accoglienza e per il prezioso quotidiano servizio che rende al Santuario. Continua a leggere
Comunicato Stampa del Vicariato della Diocesi di Cefalù
Festa Maria SS. Addolorata al molo e più in generale Feste religiose.
Premessa.
1 – La Conferenza Episcopale Siciliana nel 1968 prima e nel 1972 poi, ha inviato un documento alle Chiese di Sicilia sulle Feste cristiane, stabilendo anche norme pratiche sui comitati di dette Feste. Già il Concilio Plenario Siculo nel 1954 aveva promulgato Decreti precisi Sulle Sacre Processioni (308 – 316). Inoltre, la Costituzione sulla Sacra Liturgia del Vaticano II è molto ricca di luce riguardo alle Feste cristiane, particolarmente ai nn. 102, 103, 104, 111.
2 – Nel Codice di Diritto canonico è sottolineata la potestà piena, ordinaria, immediata del Vescovo, Vicario di Cristo nella Chiesa particolare a lui affidata (cf. LG 27) riguardo al governo pastorale della Diocesi (cf. cann. 381 e 391). Come pure per il Parroco è detto che egli è pastore proprio della Parrocchia, sotto l’autorità del Vescovo, per compiere al servizio della Comunità, partecipando al ministero di Cristo, le funzioni di insegnare, santificare, e governare, anche con la collaborazione o l’apporto di altri Sacerdoti o Diaconi e dei Fedeli laici (cf. can. 519).
3 – Una Festa religiosa nella Parrocchia deve avere la guida del Parroco per assicurare in modo adeguato l’evangelizzazione, la catechesi, la preghiera, la celebrazione liturgica, i pii esercizi di pietà popolare, cercando, se è il caso, di purificare la Festa religiosa da forme che non rispettano i contenuti fondamentali ed essenziali della vita cristiana ed ecclesiale.
Pertanto i comitati delle Feste religiose hanno la presidenza del Parroco e sono formati da persone che hanno senso cristiano ed ecclesiale. Rimane ferma l’autorità, la responsabilità, la guida del Parroco, e insieme a lui eventualmente dei Rettori di Chiesa, nella conduzione della Festa religiosa nell’ambito della Comunità parrocchiale.
Nel merito.
- Ciò premesso, i Parroci della Città di Cefalù:
- tenuto conto delle norme di cui sopra e in particolare l’art. 8 sulla Disciplina delle Feste religiose (DFR) della Conferenza Episcopale Siciliana (19 giugno 1968) e l’art. 3, cap. IV delle Feste cristiane (FC) della medesima Conferenza (Pasqua 1972), dove si stabilisce che e vietato introdurre nuove processioni e nuove feste esterne;
- ravvisata ad oggi l’invalidità dell’attuale Comitato pro festeggiamenti Maria SS. Addolorata al molo, non approvato dall’Autorità ecclesiastica competente (art. 1 DFR; art. 1, IV FC);
concordano che per il giorno della Memoria Liturgica Beata Maria Vergine Addolorata (15 settembre) si celebri la S. Messa presso il molo, ottenuta la necessaria autorizzazione delle Autorità competenti, e non si prosegua con alcuna Processione;
precisano, che in obbedienza alle norme canoniche circa la presidenza delle Processioni, quali atto di culto (art. 5 DFR; can. 530, n. 6), nessun’altra Autorità ancorché pubblica o occasionale prenderà l’iniziativa di guidare alcun corteo con 1’Immagine sacra;
si impegnano a divulgare e far conoscere meglio le leggi canoniche per disciplinare le Feste religiose cittadine nelle quali è previsto il coinvolgimento delle Comunità parrocchiali di Cefalù.
Auspicio.
- Anche se l’intervento sopra citato ha il tono proibitivo, si tiene a precisare che nessuno è contrario alle pubbliche manifestazioni di fede, alle processioni e ai momenti aggregativi della festa, ma ugualmente si sottolinea che non si accettano da parte di nessuno imposizioni, intimidazioni e minacce nell’esercizio del ministero pastorale. Inoltre, non si accetta di essere messi di fronte a decisioni prese da altri che non hanno nessuna giurisdizione in merito; eventuali manifesti, programmi, che non portino la firma dei Parroci sono da ritenersi nulli. A nessuno serve, tanto meno alla Vergine Addolorata, che la vera devozione sia intorpidita da sentimenti estranei al culto che possono alimentare divisioni e tensioni contrarie alla preghiera di Gesù al Padre: “che siano una cosa sola” (Gv 17, 20-26).
Notifica.
- Il presente comunicato è notificato presso le Parrocchie, nel sito ufficiale della Diocesi di Cefalù e a mezzo stampa alla Comunità cristiana di Cefalù, alle Autorità civili e militari e a quanti per forma e ruolo sono interessati.
Nella vigilia della festa di Maria SS. di Gibilmanna,
05.09.2015 I Parroci della Cita di Cefalù
don Cosimo Leone, don Liborio Asciutto, p. Aurelio Biundo, p. Pasquale Pagliuso,
don Domenico Messina, don Giuseppe Licciardi, don Pietro Piraino
Lettera del Santo Padre Francesco con la quale si concede l'indulgenza in occasione del giubileo straordinario della misericordia
Papa Francesco si rivolge, con una lettera,a Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, incaricato di preparare le iniziative giubilari.
Di seguito il testo nel quale oltre a richiedere un’amnistia, il Pontefice concede a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono.
“La vicinanza del Giubileo straordinario della Misericordia mi permette di focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio.
È mio desiderio, infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace.
Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso.
Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione.
Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza.
È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.
Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine.
Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà.
Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto.
A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.
Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità.
L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine.
Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale.
Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono. I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza.
Un’ultima considerazione è rivolta a quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X. Questo Anno giubilare della Misericordia non esclude nessuno. Da diverse parti, alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità. Nel frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati.
Confidando nell’intercessione della Madre della Misericordia, affido alla sua protezione la preparazione di questo Giubileo Straordinario.
Dal Vaticano, 1 settembre 2015 “
Francesco
Le famiglie illuminano il Sinodo:Veglia di preghiera, Sabato 3 ottobre 2015
A tutti coloro che credono nella famiglia
Carissimi,
siamo convocati sabato 3 ottobre a Roma, in Piazza San Pietro, per vivere nel pomeriggio un momento di preghiera e testimonianza di fede, attorno al Sommo Pontefice e ai Padri Sinodali.
L’invito del Papa ad accompagnare in preghiera il lavoro sinodale ci interpella in questo momento di attesa del Sinodo su “ La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Continua a leggere