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V Domenica del T.O – Con la sua grazia Dio trasforma in fiducia il sentimento di inadeguatezza alla sua proposta.
Mi permetto in questa omelia di essere un po’ autobiografico, perché ho un rapporto molto speciale con il brano evangelico di oggi. È il brano che si proclamava nella liturgia domenicale della V domenica per annum del 1980, la domenica in cui celebravo, per la prima volta nella mia vita, nel Duomo di Milano, facendo l’ingresso in diocesi come arcivescovo.
Mi leggevo allora in questo brano, vedevo nella folla che «faceva ressa» intorno a Gesù le tantissime persone che riempivano la Cattedrale – erano circa 10.000 – e all’esterno gremivano la piazza.
Soprattutto sentivo, come Simone, la mia inadeguatezza: «Signore, non sono capace. Per tutta la notte ho faticato e ho preso ben poco». Sperimentavo la condizione di Pietro, umiliata e inadeguata, come la mia. E percepivo insieme che dovevo dar fiducia alla parola di Gesù, facendone programma.
«Sulla tua parola», dunque fidandomi di questa Parola, proclamandola, spiegandola. Del resto il brano comincia proprio sottolineando che Gesù predicava la parola di Dio; e tutto il testo nel suo insieme esalta la Parola, la parola di Dio predicata da Gesù e la parola di Gesù lanciata a Pietro: «Prendi il largo e calate le reti».
Per me prendere il largo voleva dire entrare in una funzione della quale non avevo nessuna esperienza, entrare in contatto con un mondo totalmente nuovo; significava un po’ passare dalla terra alla luna, cioè da un servizio di tipo scientifico, istituzionale, accademico, al servizio pastorale, ricominciando da zero, non conoscendo nessuno e nulla. Era veramente un fidarsi soltanto della parola di Gesù.
Avvertivo che mi veniva data questa fiducia dalla grazia Dio.
Non l’avevo in me, non la traevo da un’esperienza di ministero che mi mancava. Non avevo la minima idea di che cosa fosse una diocesi, avevo studiato poco il Diritto canonico perché mi ero dedicato soprattutto agli studi di sacra Scrittura. Non sapevo, per esempio, che cosa fosse una Curia o quale fosse la funzione di un Vicario generale! E tutto mi veniva offerto, messo tra le mani, con una sola assicurazione: prendi il largo, butta le reti per la pesca.
La verità della parola di Gesù l’ho sperimentata anno dopo anno, e sempre più ho visto la bellezza dell’ avventura che vivevo e dell’ essermi fidato di lui. Benché tante siano state le mie negligenze e inadempienze, tuttavia mi sembrava che le reti si riempissero di pesci, una quantità enorme, inattesa, e le reti quasi si rompevano.
A poco a poco cresceva in me il timore di essere inadeguato e dicevo: «Signore, perché questo a me? Allontanati da me che sono peccatore!».
Stupore, timore, senso di indegnità, e sempre il Signore mi diceva: «Non temere, d’ora innanzi sarai pescatore di uomini».
Questo testo ricorre una volta all’ anno nella liturgia feriale e due volte quando nella liturgia domenicale si legge il vangelo di Luca. E per tutti i 22 anni e 5 mesi in cui ho servito la Chiesa di Milano, ho rivissuto gli stessi sentimenti.
( C. M. Martini )
Programma incontri Accademia Teologica Via Pulchritudinis
Carissimi, ci è gradito portare a conoscenza di tutti l’iniziativa che l’ACCADEMIA TEOLOGICA VIA PULCHRITUDINIS si appresta a realizzare a Cefalù presso la chiesa di Santa Trinità alla Rocca – Rettoria San Domenico, via Costa 63.
Si tratta di una iniziativa che viene attuata con l’Alto Patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, in coordinamento con gli Uffici Diocesani per la Liturgia, per la Catechesi, per la Cultura, per la Scuola, e per le Comunicazioni Sociali.
Con tale iniziativa detta Accademia Teologica “Via Pulchritudinis” inaugura i suoi cicli annuali “Giovedì di Via pulchritudinis” con Testi della grande tradizione ecclesiale e Lettura contestuale d’opere d’arte relative.
Il ciclo di quest’anno 2013, nel cinquantesimo dall’inizio del Concilio Vaticano II, in raccordo con la Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT) riguardo alla scelta testuale, e con l’Arcidiocesi di Siena riguardo agli affreschi del Battistero senese e le tarsie nella Cappella del Palazzo Pubblico, tratterà il tema Credo in Dio. Catechesi Mistagogiche sul Simbolo della Fede”.
Gli incontri saranno tenuti da mons. Crispino Valenziano, con inizio alle ore 16,30 secondo il seguente calendario:
14 Febbraio | 21 Marzo | 02 Maggio |
28 febbraio | 04 Aprile | 23 Maggio |
07 Marzo | 11 Aprile | 30 Maggio |
14 Marzo | 18 Aprile | 06 Giugno |
L’incontro del 6 giugno potrebbe subire variazione di data. Qualora si verificasse ne sarà data previa comunicazione.
Considerato l’interesse peculiare che tali incontri avranno, in questo che è l’Anno della fede e nel Cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, invitiamo la S.V. Ill.ma a dare diffusione alla presente comunicazione e ad estendere l’invito a coloro che sono interessati ad un serio approfondimento del nostro Simbolo della Fede.
Pensiamo sia di comune gradimento informare già da ora che le conferenze di Mons. Crispino Valenziano saranno raccolte in un cofanetto di dvd che sarà disponibile da settembre prossimo.
Distinti saluti
Cefalù, 25 gennaio 2013, Conversione dell’apostolo Paolo
I Direttori
don FRANCESCO LO BIANCO
don DOMENICO MESSINA
prof. GIUSEPPE RIGGIO
mons. GIOVANNI SILVESTRI
don FRANCO MOGAVERO
Incontro, a Collesano, con i Testimoni del Concilio Ecumenico Vaticano II
Nel pomeriggio del 26 Gennaio l’atteso incontro, a Collesano, nella basilica di San Pietro, con i Testimoni del concilio.
Dopo la preghiera iniziale sono intervenuti Mons. Luigi Bettazzi, uno dei pochissimi Padri Conciliari viventi, Vescovo emerito della Diocesi di Ivrea , Suor Cecilia Impera della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Don Giuseppe Dossetti e la Sig.na Santina Raimondi della Comunità Parrocchiale di Collesano.
Non ha potuto partecipare il nostro Vescovo, Mons. Vincenzo Manzella.
Moderatore il Parroco Don Franco Mogavero .
Abbiamo seguito con attenzione i vari interventi.
Mons. Bettazzi , col colore aneddotico che lo distingue, ha spiegato come in tutti i concili ( venti ) i documenti più importanti sono le costituzioni che nel Vaticano II sono: Sacrosanctum Concilium, Dei Verbum, Lumen Gentium, Gaudium et Spes.
Le dichiarazioni invece sono su punti speciali ( come la libertà religiosa, etc … )
Ha sottolineato come le quattro costituzioni ci fanno capire l’importanza di un concilio “ pastorale” , cioè di un coinvolgimento della gente.
Poi tra le cose che ha detto “ Quando noi moriamo … andiamo nell’eternità pensando che l’eternità è un tempo che non finisce più … ma l’eternità è fuori dal tempo … noi entriamo nell’eternità – attraverso la morte che è il momento più importante della vita – allo stesso modo in cui c’è entrato Gesù quando ha detto “ Padre nelle tue mani consegno la mia vita … Padre Perdona loro “ ..Noi andiamo per unirci a Gesù che è già nel Padre . “
Tra gli aneddoti raccontati quello del peccato di Adamo, per dirci che un pò di Adamo ce l’abbiamo tutti quando pensiamo che “ Io sono così importante che … faccio di testa mia “.
Si deve cominciare ad amare gli altri, anche quelli che contano poco.
Poi, continuando sula pastoralità del concilio, la “ distribuzione “ a tutto il popolo di Dio della Parola
“Se volete capire l’inglese studiate la lingua con cui gli inglesi parlano … studiate allora la lingua con cui il Signore parla agli uomini e ci fa suoi familiari”
La Chiesa è il popolo di Dio.
Ogni Cristiano è unito a Gesù Cristo per il battesimo e in forza del sacerdozio santifica il mondo in cui vive. Noi preti dovremmo fare il Culto non per fare spettacoli ma per aiutare la gente a vivere il proprio sacerdozio
Ognuno di noi poi è profeta per far vedere come Dio vuole che si viva la vita.
Ed è pure RE. E il Re è colui che mette insieme per portare unità e pace nella famiglia, nel lavoro, nella società etc..
Noi come Gerarchia , come ministero abbiamo il servizio del popolo di Dio. Tutto questo ci comporta un po’ di fatica perché per molto tempo abbiamo comandato noi preti .. abbiamo delle responsabilità !!
La chiesa nel mondo : il mondo non vuole guerra ma la pace e Giovanni XXIII si è fatto strumento di pace nelle tensioni mondiali che alimentavano venti di guerra.
La salvezza è per tutti … Se uno crede è Salvo per Gesù Cristo. Per troppo tempo i cattolici hanno pensato che nel Paradiso ci fosse posto solo per loro; ma il Paradiso è per tutti.
Nell’intervento di Suor Cecilia la presenza di due grandi protagonisti del concilio : quella del Cardinale Giacomo Lercaro e di Don Giuseppe Dossetti, di quest’ultimo ci ha regalato qualche sprazzo di ” confidenze ” tra lo stesso Don Giuseppe e la Comunità di Monteveglio con la quale, Don Giuseppe, che ha vissuto con intensità il tempo del Concilio, condivideva gioie ed amarezze dei lavori conciliari negli intervalli liberi .
Quasi tutto il suo intervento è stato un richiamo al lavoro svolto dal gruppo conciliare della Chiesa dei poveri che si riuniva al Collegio Belga.
Su questo sito noi ne abbiamo fatto memoria e per chi volesse può trovare molta documentazione su questo gruppo di lavoro al seguente link: La Chiesa dei poveri
Di seguito l’intervento di Suor Cecilia che è stato delicato ma forte nello stesso tempo.
La chiesa preconciliare era ferma al Concilio di Trento. Non era preparata ad accogliere l’emergere del mondo Islamico, la crisi vocazionale, i problemi della famiglia .
Ogni Vescovo era chiuso nel proprio particolare della propria Diocesi.
Uno dei temi portati avanti dal Card. Lercaro è stato quello di Chiesa e Povertà.
La Chiesa col concilio è il popolo e cammina con il popolo verso la meta finale, quindi non è sopra il popolo, che è un popolo sacerdotale, parte dell’offerta sacrificale di Gesù. Tutto questo ancora non si è attuato, ma si è iniziato il cammino.
Mons. Lercaro diceva che “ questa è l’ora dei poveri. L’ultimo mistero della Chiesa è il mistero di Cristo nei poveri.”
Ma qual è il destino dei poveri ?
La Chiesa, fino al Concilio, non se n’era presa cura. E i poveri non sono da collegarsi solo alla fame, ma al disprezzo, al rifiuto da parte della società. Nessuno li ha mai ascoltati, nemmeno la Chiesa che non aveva capito che i poveri sono i figli prediletti , che anche essa doveva farsi povera !
Tra la Chiesa e i poveri c’era una voragine.
Dossetti su questo tema aveva contattato i vescovi di tutti i paesi poveri che accolsero con entusiasmo e speranza quanto portato avanti da Mons. Lercaro e Dossetti. Ormai nel concilio non erano solo comparsa, ma protagonisti: erano loro la chiesa dei poveri !
Nelle confidenze di Dosseti a Monteveglio ci raccontava: “ Ho raccolto sul problema della povertà il consenso di tutti i vescovi dei paesi poveri e di un solo vescovo dell’occidente, il card. Pierre Paul-Marie Gerlier”
Ma la Chiesa non era pronta e il problema della povertà non venne accolto.
L’idea comunque è rimasta ed ha camminato fuori dal concilio, soprattutto nell’Episcopato Latino-Americano : qui i vescovi si sono impegnati a vivere nella povertà.
La Chiesa deve presentarsi continuatrice dell’opera di Cristo che da ricco si è fatto povero.
Una chiesa ricca non è credibile, né viene ascoltata dai poveri.
Nella III Conferenza dei Vescovi Latino-Americani viene ribadito che la Chiesa deve seguire il Suo Maestro.
Collegato con i poveri c’è il problema della Giustizia che è aspetto centrale dell’annuncio evangelico.
Abolire la povertà è un problema globale. Per salvare i poveri bisogna che si compia la giustizia, che si abolisca il divario tra ricchi e poveri.
Tutto questo in america latina ha generato conflittualità col potere politico che opprimeva i poveri aprendo la strada al martirio ( MOns. Romero ).
Quando la Chiesa diventa povera è pronta per il martirio per la difesa dei poveri.
Nell’Assemblea Ecumenica Mondiale del 1990 si concludeva:
“ I poveri sono gli sfruttati, gli oppressi, i disprezzati, gli umiliati. Il disprezzo della povertà è uno scandalo come è scandalo e bestemmia affermare che la povertà sia volontà di Dio. Nel grido dei poveri udiamo la voce di Dio
Bisogna trasformare dalle fondamenta l’economia mondiale, che affama migliaia di popolazioni, che è crudele verso questi poveri considerati il rifiuto della società. Questa economia mondiale è criminale. Dossetti la definì una “ economia crudele “
Bisogna vederla questa povertà per capirla.
Porre il problema dei poveri esige oggi una ritrovata e consapevole presenza della Chiesa non più solidale con i potenti ma apertamente solidale con i poveri, diventando essa stessa povera.
Qualche anno fa venne da noi uno storico benedettino che ci disse “ Il posto della Chiesa non è nei salotti, ma nel servizio”.
La chiesa deve smettere di fare assistenza ai poveri, la Chiesa deve farsi povera, se vuole salvarli.
Questa cosa ancora non è accolta dalla Chiesa ufficiale. Quindi bisogna camminare ancora molto. Bisogna però che il popolo lo sappia, e se ne parli.
Questi sono principi fondamentali della chiesa , principi che possono dare uno slancio completamente nuovo, una sorta di riforma completamente impensata che il Concilio Vaticano II non è riuscito ad affermare.
Dossetti, e non solo lui, auspicava un altro concilio che affrontasse questi problemi proposti ma non affrontati nel Concilio Vaticano II, perché la grande maggioranza della Chiesa oggi è fatta dai “ minimi”, cioè quelli che non hanno i mezzi più elementari per sopravvivere. Tutto questo però mettendosi con loro e alla pari di loro.
Diceva Dossetti che tutto il nostro essere deve essere proteso per essere con i minimi, con loro e in loro.
Possa Dio trovarci sempre in mezzo a loro, sempre di più loro, per diventare loro. Il Signore ci possa sempre trovare nella loro schiera, tra quella moltitudine di popoli, d piccoli, d disprezzati, di oppressi, di offesi, di divorati dai ricchi e dai potenti in cui si è trovato lo stesso Gesù a vivere. Egli non è mai vissuto tra i potenti.
Non ci deve più essere un momento della nostra giornata in cui non portiamo tutti loro nel cuore, la loro sofferenza.
La considerazione religiosa non è per noi, è per gli altri, è un servizio agli altri, ma soprattutto un servizio ai poveri, per tutta la Chiesa ma soprattutto per i minimi che sono i preferiti da Gesù, vittime di una enorme ingiustizia a cui né il mondo, né la Chiesa oggi mettono riparo.
Dobbiamo essere consapevoli della enormità della grossa ingiustizia che è come un macigno che pesa sul cuore di tutti i cristiani.
Giornata mondiale della gioventù. Rio de Janeiro 2013
La Commissione Regionale di Pastorale Giovanile, volendo favorire la partecipazione dei Giovani di Sicilia alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Rio de Janeiro nel prossimo mese di luglio, nell’ultima riunione ha deliberato la costituzione di una “segreteria” con il compito di gestire l’organizzazione per la presenza a Rio della delegazione dei giovani siciliani.
La segreteria organizzativa, riunitasi il 13 gennaio 2013, invita tutti i direttori diocesani, responsabili di associazioni e movimenti, nonché tutti coloro che intendono partecipare alla prossima GMG con il gruppo “Giovani delle Chiese di Sicilia”, a formalizzare le adesioni entro e non oltre il 15.02.2013.
Accompagneranno la delegazione in Brasile i direttori diocesani: Don Luciano Di Silvestro (Caltagirone), Don Innocenzo Mascali (Ragusa), Don Calogero Cerami (Cefalù) e Don Giuseppe Fausciana (Piazza Armerina).
La raccolta delle adesioni sarà curata dalla Pastorale Giovanile di Ragusa.