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Vangelo Domeniche e Festività

XXIV DOMENICA del T.O. – Perdonare non è soltanto una cosa di un momento, è una cosa continua contro questo rancore, questo odio che torna.

Le parole iniziali della  PRIMA  LETTURA mettono in luce il significato disastroso che può scaturire dal rancore e dall’ira che   sono  condizioni dello stato d’animo distruttivo della persona, del rapporto interpersonale e sociale che suscitano separazione, divisione, isolamento, e sono classificate come “cose orribili”  che c “il peccatore  porta dentro”. A causa della devastazione del mondo interiore, egli concede diritto di cittadinanza a “cose orribili”.  Rancore e ira creano dipendenza, schiavitù di morte, in termini di vuoto, non senso, sconvolgimento, disagio e insicurezza del mondo interiore, accompagnato dall’inefficacia, sterilità e insoddisfazione delle proprie azioni e comportamenti.   Continua a leggere

XXIII Domenica del T.O. – Noi non siamo una comunità riconciliante perché in noi non ha avuto adeguata signoria la Parola del Signore. Hanno signoria altre parole. 

Le letture di questa domenica ci invitano a riflettere su un aspetto essenziale e delicato della vita cristiana: farsi carico del fratello e dei suoi eventuali errori, per una crescita comune.

L’immagine della sentinella della PRIMA LETTURA è una immagine ricca di senso perché incarna quel principio fondamentale della morale in genere, e di quella cristiana in assoluto, che è il principio della responsabilità.

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XXII DOMENICA del T.O – La croce è una cosa scomoda, la croce è uno “scandalo”, mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce.

In questa domenica, la liturgia della Parola – attraverso le figure di Geremia e di Pietro – ci propone due modi differenti di stare davanti al Signore e manifestargli la nostra disponibilità. Chiamato a essere profeta, Geremia (PRIMA LETTURA) lascia il suo villaggio e si trasferisce a Gerusalemme. Qui, a motivo di quello che aveva annunziato, viene schernito e perseguitato dalla gente. Il suo cammino, come quello di ogni uomo giusto, si scontra con la persecuzione, con le difficoltà dell’ambiente e con le sue crisi interiori. Geremia, angosciato, lamenta addirittura di essere stato «sedotto» da Dio. Continua a leggere

XXI DOMENICA DEL T.O. – In Gesù questo pensiero di Dio si incunea nella carne stessa della mia esistenza e vi apre contraddizioni drammatiche e vi effonde un ineffabile conforto.   

Nella PRIMA LETTURA   l’elemento dominante della figura di questo Sebna maggiordomo è l’autoreferenzialità, che è  nota propria della cultura classica e del pensiero greco.  E quindi dato caratteristico anche di una religiosità razionale.  La radicale condanna di questa figura esalta invece il proprio della fede e della sapienza dell’ebraismo! Alla figura di Sebna si contrappone quindi assolutamente la vicenda di Eliakim, la cui vicenda è interamente opera del Signore.  Eliakim ne è il servo la cui vita è interamente opera di Dio.  A lui il Signore dona quello che ora sembra essere stato non solo possesso, ma anche rapina da parte di Sebna.  Per questo viene detto di Eliakim: “Lo rivestirò con la tua tunica”. E quindi gli viene data anche “la tua cintura” e infine anche “il potere, di cui evidentemente Sebna era ingiusto detentore.  Allora sembra evidente che Sebna si era impossessato di quello che ora Dio dona ad Eliakim! Continua a leggere

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I° CONCILIO DI NICEA



I° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



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