Vangelo Domeniche e Festività
Epifania del Signore – Quello che i Magi cercavano non era nel Palazzo ma si trovava in un altro luogo, non solo geografico ma esistenziale.
«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Mt 2,2).
Con queste parole i magi, venuti da terre lontane, ci fanno conoscere il motivo della loro lunga traversata: adorare il re neonato. Vedere e adorare: due azioni che risaltano nel racconto evangelico: abbiamo visto una stella e vogliamo adorare.
Questi uomini hanno visto una stella che li ha messi in movimento. La scoperta di qualcosa di inconsueto che è accaduto nel cielo ha scatenato una serie innumerevole di avvenimenti. Non era una stella che brillò in modo esclusivo per loro né avevano un DNA speciale per scoprirla. Continua a leggere
Maria SS Madre di Dio – Maria è la donna che sa custodire nel suo cuore il passaggio di Dio nella vita del suo popolo.
«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Così Luca descrive l’atteggiamento con cui Maria accoglie tutto quello che stavano vivendo in quei giorni. Lungi dal voler capire o dominare la situazione, Maria è la donna che sa conservare, cioè proteggere, custodire nel suo cuore il passaggio di Dio nella vita del suo popolo. Dal suo grembo imparò ad ascoltare il battito del cuore del suo Figlio e questo le insegnò, per tutta la sua vita, a scoprire il palpitare di Dio nella storia. Imparò ad essere madre e, in quell’apprendistato, donò a Gesù la bella esperienza di sapersi Figlio. Continua a leggere
Natale del Signore – Senza di Lui noi non siamo, siamo solo delle manifestazioni apparenti, delle illusioni …
Nei primi cinque versetti, del prologo di Giovanni, si possono vedere due ritmi interni.
Il Primo , che comprende solo i primi due versetti e che si conclude con l’affermazione “ Esso era in principio presso Dio”, ci dice che che il Verbo era in Dio, indipendentemente dal rapporto con le cose, con gli esseri. Invece i versetti 3-5 si riferiscono al rapporto tra il Verbo e la creazione. Continua a leggere
IV Domenica di Avvento – Dio si avvicina a noi in modo unico prendendo la crane da una donna.
La liturgia di oggi, che è la quarta e ultima domenica di Avvento, è caratterizzata dal tema della vicinanza, la vicinanza di Dio all’umanità.
Il brano del Vangelo (cfr Mt 1,18-24) ci mostra due persone, le due persone che più di ogni altra sono state coinvolte in questo mistero d’amore: la Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe. Mistero di amore, mistero di vicinanza di Dio con l’umanità.
Maria è presentata alla luce della profezia che dice: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio» (v. 23). L’evangelista Matteo riconosce che ciò è avvenuto in Maria, la quale ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo (cfr v. 18). Il Figlio di Dio “viene” nel suo seno per diventare uomo e Lei lo accoglie.
Così, in modo unico, Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna: Dio si avvicinò a noi e ha preso la carne da una donna.
Anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio.
… Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. Maria ci appare dunque come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore.
L’altro protagonista del Vangelo di oggi è san Giuseppe.
L’evangelista mette in evidenza come Giuseppe da solo non possa darsi una spiegazione dell’avvenimento che vede verificarsi sotto i suoi occhi, cioè la gravidanza di Maria. Proprio allora, in quel momento di dubbio, anche di angoscia, Dio gli si fa vicino – anche a lui –con un suo messaggero ed egli viene illuminato sulla natura di quella maternità: «Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo» (v. 20). Così, di fronte all’evento straordinario, che certamente suscita nel suo cuore tanti interrogativi, si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria.
Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile. Giuseppe, uomo umile e giusto (cfr v. 19), ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza.
Queste due figure, Maria e Giuseppe, che per primi hanno accolto Gesù mediante la fede, ci introducono nel mistero del Natale.
Maria ci aiuta a metterci in atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta, nella nostra carne. Giuseppe ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con piena fiducia. Tutti e due si sono lasciati avvicinare da Dio.
«Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio-con-noi» (Mt 1,23). Così dice l’angelo: “Emmanuele si chiamerà il bambino, che significa Dio-con-noi”, cioè Dio vicino a noi.
E a Dio che si avvicina io apro la porta – al Signore – quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera?
Dio-con-noi, Dio che si avvicina.
Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e a cui Dio si avvicina. ( Papa Francesco )