Vangelo Domeniche e Festività
SS. CORPO E SANGUE DI GESU’ – Ogni volta che riceviamo il Pane di vita, Gesù viene a dare un senso nuovo alle nostre fragilità.
Con la PRIMA LETTURA , accolta nel passaggio dalla figura della legge alla verità evangelica, noi siamo introdotti nella natura del sacrificio in cui avviene l’alleanza. Il duplice aspetto del sacrificio, olocausto e di comunione, richiama a noi il Sacrificio del Cristo, olocausto sulla croce e di comunione nell’Eucaristia.
In tal modo la nuova alleanza inaugurata sulla Croce una volta per sempre si rinnova ogni volta che le labbra dei redenti s’imporporano del sangue di Cristo nel segno sacramentale. a
La SECONDA LETTURA c’introduce in un confronto tra il santuario terreno e quello celeste e tra i sacrifici legali e quello del Cristo.
SS. TRINITA’ – La Trinità è Amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare e ricreare.
La PRIMA LETTURA sottolinea che la nostra fede ha un carattere prevalentemente “esperienziale” e le linee di questa esperienza sono due: la Parola e la storia, intrecciate tra loro fino a doversi dire del tutto inscindibili. Questa “esperienza” costituisce la nota fondamentale d’Israele e ciò che lo distingue in modo assoluto da tutti gli altri popoli: “un popolo che abbia udito la voce di Dio…” (v. 32), un Dio che è andato “a scegliersi una nazione in mezzo ad un’altra…” (v. 33). In tutto questo c’è un unico vero protagonista ed è Dio stesso: è Lui che parla (v. 33) e opera (v. 34); Israele ode “la voce di Dio” (v. 33) ed è l’oggetto e l’esito dell’opera divina nella storia (v. 34). E questo Dio è «… unico, creatore di tutti, redentore, guida, educatore che si fa vicino e ci insegna per farci entrare nella terra promessa» (d. G. Dossetti, 10.6.1979). Continua a leggere
PENTECOSTE – Non c’è nulla in Gesù che non sia del Padre perché il suo essere il Figlio, il Verbo di Dio, proclama la sua essenziale relazione con il Padre che non conosce alcuna limitazione.
La PRIMA LETTURA ci ricorda che la nostra festa di Pentecoste, – il nome “pentecoste” viene da un termine della lingua greca che significa “cinquanta” per ricordare i “cinquanta” giorni che distanziano questa ricorrenza dalle feste pasquali – era originariamente festa della mietitura e poi festa della rinnovazione dell’Alleanza del Sinai e quindi del dono della Legge. Tali sono le immagini del vento e del fuoco, citate ai vers.2-3. Festa della Parola di Dio nel dono dello Spirito. Il miracolo delle lingue si compie nel miracolo della comprensione della Parola di Dio in tutte le lingue! Grande è in tutti lo stupore. Continua a leggere
ASCENSIONE DEL SIGNORE – La creazione, rotta in frammenti viene incollata e unita con una grande circolazione di vita in tutte le parti.
Nella PRIMA LETTURA ( che non è penna Luca, ma fa parte dell’esperienza cristiana primitiva ) ci viene ricordata l’ultima presenza di Gesù tra i suoi, dopo la sua Risurrezione, e le sue diverse manifestazioni. Da sottolineare come come Gesù spieghi la novità del dono di Dio – quella che Egli chiama la “promessa del Padre” – citando il battesimo di Giovanni: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo”. Come non notare lo “stacco” tra la forma attiva di “Giovanni battezzò con acqua” e la passiva “voi…sarete battezzati in Spirito Santo”: la dilatazione e l’approfondimento del dono implica che esso debba semplicemente essere ricevuto. Continua a leggere